Lunedì incipit
HAIBANE - ALI DI CENERE
Una brezza tiepida e frizzante agitò i fili d’erba che piegandosi crearono eleganti sfumature di diverse tonalità di verde sulla trapunta primaverile che copriva le colline. Lontano i meli dovevano aver già aperto i boccioli, la loro fragranza si diffondeva nell’aria e, come il delicato profumo delle ancelle che precedono la loro signora, prometteva l’arrivo imminente della fioritura dei ciliegi. Giù nella valle, attraversata dal fiume sinuoso, il riverbero del sole si rifletteva nell’acqua delle risaie e rendeva vaghe le sagome chine delle donne che piantavano il riso con le gambe immerse nelle risaie inondate, ma intonando un canto antico. Le rondini sorvolavano i campi planando sugli insetti che fuggivano spaventati dagli uomini e i grilli frinivano tra l’erba facendo eco al fischio di un falco. Oltre la valle, tra le chiome fitte degli aceri, sorgeva un castello di cui si scorgeva solo la torre a pagoda che dominava il villaggio, di piccole case di legno col tetto di paglia, così come la strada rialzata che attraversava l’intera regione e sulla quale transitavano mercanti, che trascinavano accaldati il carro con la loro merce, e soldati a cavallo, che lanciavano occhiate alle donne nei campi.
Sainan slacciò il sottogola e si sfilò il cappello di paglia a tesa larga, rimanendo ad ammirare lo spettacolo della primavera che si svolgeva sotto i suoi occhi.